giovedì 29 marzo 2012

Antiaging Club: il piano B di Monia Trentarossi. Dalla cura del marketing aziendale a quella del corpo. • seconda parte

Monia Trentarossi continua a raccontarci la sua scelta, ci svela com'è nato il progetto e le difficoltà che ha incontrato. 

Questo il sito di Anti Aging Club e qui invece troverete il blog.

SDU: Com’è nata questa idea? E, soprattutto, perché hai deciso di intraprendere proprio in questo settore?
R: L’idea di Antiaging Club è nata da un incontro, con un amico, un medico AMIA (Associazione Medici Italiani Antiaging) che, dopo un’esperienza negli Stati Uniti, mi ha raccontato come il settore dell’Antiaging fosse particolarmente in voga in Usa e in particolare in California.
Molte delle idee e dei progetti, soprattutto web, di cui noi godiamo in Italia e in Europa, nascono proprio dagli Stati Uniti. È lì che hanno visto la luce tutti i principali ecommerce, Amazon in primis. Ed è in quella direzione che io guardo. Bisogna imparare da chi sa far meglio, no?

Da questo incontro è nata l’idea di un sito che contribuisse a diffondere in Italia la cultura Antiaging, sensibilizzando a un certo tipo di stile di vita, volto alla prevenzione dell’invecchiamento e a una migliore qualità del vivere. Non un semplice sito di vendita, ma un sito che diffondesse un’idea di benessere.  Troppe persone ancora oggi ignorano i principi fondamentali di una corretta alimentazione e integrazione e le regole base per prevenire malattie e disturbi. E quando si ammalano pensano sia colpa del destino.

Antiaging Club veicola in maniera semplice e chiara contenuti medico scientifici e informazioni, mette a disposizione la consulenza di uno staff di medici antiaging e offre un’ampia gamma di prodotti delle migliori marche, selezionati dallo staff medico stesso.
SDU: Quali sono state le difficoltà che hai incontrato? 
R: Sicuramente più di una. La mancanza di informazione: sono ancora in molti a non sapere cosa significa antiaging, cosa siano i radicali liberi e a cosa servano gli antiossidanti, tanto per fare degli esempi.  O a non sapere che vi sono sostanze che il nostro corpo non può assumere attraverso l’alimentazione e che necessitano per tanto di un’integrazione.
Un’altra difficoltà è quella di ottenere visibilità su Internet: richiede tempo, accuratezza nella realizzazione dei contenuti, continuità. Ma le soddisfazioni superano le difficoltà.
SDU: Condividi quest’attività con qualcuno? Con chi collabori?
R: Siamo un piccolo staff, e collaboriamo con medici AMIA, Associazione Medici Italiani Antiaging, presenti su tutto il territorio italiano.

SDU: Un sito del genere gode di un punto di vista privilegiato sulle tendenze dei consumi, qual’è il profilo medio dei vostri utenti? Quali sono i prodotti più venduti?
R: Il nostro utente tipo è un over 40, sia uomo che donna, di buona cultura, che ha a cuore il proprio benessere e la propria bellezza. Persone attente al proprio stile di vita (alimentazione, attività fisica, integrazione…)  che fanno della prevenzione uno strumento per migliorare la qualità della propria vita. Tra i prodotti più venduti: gli antiossidanti, quelli per il controllo del peso e per il metabolismo, quelli per la pelle.
• Serata antiaging @ Metropolis Milano
SDU: Il tuo progetto è la dimostrazione che il “cambio di direzione” è attuabile grazie all’impegno e alla voglia di innovarsi. Che consiglio offriresti a chi, come te, ha intenzione di realizzare il proprio piano B?
R: Osare con razionalità. Può sembrare un paradosso, ma non lo è. Se si ha un’idea in cui si crede, sedersi a tavolino e analizzarne la fattibilità, avvalendosi di consulenti ed esperti, confrontandosi con persone che svolgono attività analoghe o hanno intrapreso percorsi simili. E poi partire da piccoli investimenti: sempre più al giorno d’oggi le aziende devono avere strutture snelle, con costi limitati.
Il limite maggiore comunque è la nostra testa. Se crediamo fermamente in qualcosa, attiviamo le risorse per realizzarla. Se non ci crediamo veramente, resta solo un “vorrei, ma non posso”.


Grazie Monia per aver raccontato la tua storia. Un ulteriore esempio del si-può-fare.


// Leggi la prima parte dell'intervista.

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