giovedì 8 marzo 2012

Da bellissima a meravigliosa. Simone Perotti racconta la metamorfosi della sua vita • seconda parte

Simone Perotti continua a raccontarci l'evoluzione della sua vita.

Potete scoprirne di più su www.simoneperotti.com

SDU: In rete ho letto parecchie critiche nei tuoi confronti, alcune mi hanno davvero divertito devo dire, spesso vieni visto come un “caso da studiare”: il caino che è imploso ed è andato a vivere in campagna ma che in fondo non è altro che un radical chic perché senza i soldi la sua vita rurale non potrebbe esistere. Come se guadagnare fosse un peccato. Come se cambiare idea fosse la peggiore abiura. Sei tacciato di eresia perché vivi come vuoi vivere ma soprattutto perché comunichi liberamente i tuoi pensieri. Non trovi preoccupante tutta questa asprezza nei confronti di chi vuole altro? Ti senti un rivoluzionario?
R: Non particolarmente, anche se comprendo la portata rivoltosa di alcune cose che faccio, testimonio, scrivo. In quest'ordine, rigorosamente. Oggi fare conta più di dire; testimoniare conta più di teorizzare; scrivere dopo aver fatto e testimoniato conta qualcosa mentre senza aver fatto e testimoniato conta poco e niente. Queste cose sono semplici, quasi ovvie. Ma oggi sembrano perfino rivoluzionarie. Pensa come siamo mal messi…
• Pesce Tuna, pesce-scultura di Simone Perotti


SDU: La solitudine ti pesa o riesci a trarne qualche opportunità?
R: Un uomo sano non può non provare il desiderio, quasi il bisogno, di passare da solo almeno il 50% del suo tempo. È la mancanza di solitudine il peso. Oggi viviamo nella più assurda promiscuità, mentre avremmo il bisogno di stare da soli assai di più. Stare da soli oggi è rivoluzionario.

• Zenzero e Nuvole, Simone Perotti. Ed. Bompiani
SDU: Il tuo primo libro è “Zenzero e Nuvole – Manuale di nomadismo letterario e gastronomico” scritto nel ’95 durante quella che si potrebbe definire la tua prima vita; sul tuo blog c’è una sezione dedicata al cibo, dove racconti e condividi quello che per te “ha la stessa consistenza dell’arte”. Mi dai l’idea di una persona che apprezza i piaceri della vita e che cerca in tutti i modi di assaporarla al meglio: sei la testimonianza che ciò può essere possibile anche conducendo una vita “low profile”. Credi che questa sia l’essenza della contemporaneità? Cos’è la contemporaneità per te?
R: La contemporaneità, intesa come la vita degli uomini al giorno d'oggi, è un caos assordante e difficile da interpretare. Siamo sospesi tra un passato idealizzato e una fiducia mal riposta nel futuro. Non esiste più, il presente, non c'è più alcuna contemporaneità, ma solo diacronia e memoria, entrambe deformate dall'immaginazione e dalla frustrazione del presente scomparso. Io invece vorrei vivere nel presente, cerco di farlo come posso. Anche il piacere è proiettato nel passato e nel futuro, in eterna attesa e nell'eterno rimpianto. Il cibo è una delle forme del piacere e del presente, è tutto fuorché nutrimento, è un'allestimento artistico periodico, un'occasione per godere e per creare. Io cucino sempre, pranzo e cena, e mi diverto molto. Costa poco, ha possibilità di associazione infinite, produce gioia. Adoro il buon cibo. Per me ha lo stesso valore e peso, nel nostro mondo del piacere, che ha il sesso. Cioè tantissimo.


SDU: Tu dici che la libertà passa dalla sobrietà. Socrate trascorse un’esistenza molto semplice e credeva che chi possedeva poco fosse più vicino all’universo. Quanto senti tua questa affermazione?
R: Io non sono né un luddista né un neopauperista né un eremita, però certo vivo sottraendo, per essere più libero. Io non so cosa voglia dire essere più vicino all'universo (diceva così?) ma so cosa vuole dire essere libero. ci sono uomini che possono vivere in gabbia. Io non ci sono riuscito. Ma per aprire la gabbia bisogna essere liberi. Non si diventa liberi dopo, lo si è prima di aprirla, altrimenti non ci si riesce. Negli oggetti provo poco piacere, a parte il cibo. Un piacere transitorio e veloce che la poca libertà del lavoro necessario per ottenere i soldi per comprarli, quegli oggetti, invece, mi toglie.
• Avanti Tutta, Simone Perotti. Ed. Chiarelettere
SDU: La top five dei tuoi libri preferiti.
R: 1 - Cent'anni di solitudine, Gabriel García Márquez. 2 - Il Barone Rampante, Italo Calvino. 3 - Moby Dick, Herman Melville. 4 - Guerra e Pace, Lev Tolstoj. 5 - L'Opera al nero, Marguerite Yourcenar.


La vita è occuparsi delle proprie passioni: Simone lo spiega in questo video postato su beppegrillo.it



Grazie Simone.

// Leggi la prima parte dell'intervista.

Tutte le immagini di questo post sono tratte dalla rete.

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