lunedì 12 novembre 2012

Nuovi fotografi / Anna Ambrosi • 1° parte

Ho conosciuto Anna qualche settimana fa, dopo aver ricevuto una sua mail molto bella. L'ho raggiunta  al nostro appuntamento (una sua mostra all'interno di un evento organizzato da Faglioni Wedding) carica di entusiasmo e me ne sono andata, dopo un'ora abbondante, camminando per piazza Oberdan con il sorriso di Anna ancora impresso nella mia retina. 

È uno spirito libero, come le sue foto. È passata dal management alle immagini. Senza perdere però la concretezza del progetto intrapreso. 

Anna è una fotografa nel senso contemporaneo del termine. Ha uno stile ben definito, la sua narrazione iconografica è molto vicino al reportage, ma ancor di più al linguaggio social e alla fotografia "istantanea e immediata" dell'iPhone. 

• ph di Anna Ambrosi
"Mi piace utilizzare molte app diverse quando scatto con iPhone (e ho un debole per le cornici rotonde)"

• ph di Anna Ambrosi 
SDU: Sei passata dal mondo economico a quello delle immagini. Che nesso hanno questo due mondi per te, apparentemente così distanti?
• ph di Anna Ambrosi
"Dettagli da alcuni paesi della provincia francese. Mi piace trovare oggetti che nel tempo sono sfuggiti al disuso e hanno dato vita a nuove armonie, più o meno consapevoli. (6x6 analogica)"

R: Ho intrapreso un percorso di studi in management perché mi sembrava la strada più sicura per raggiungere l’indipendenza economica nel più breve tempo possibile: volevo essere libera e non dover rendere conto a nessuno delle mie scelte. Una volta raggiunto questo obiettivo mi sono interrogata su cosa fare di quella libertà, su quale fosse effettivamente il mio progetto ora che avevo gli strumenti per realizzarlo. Le immagini per me sono una risposta a questo interrogativo, il mondo verso cui mi portano la mia curiosità e la mia fantasia. Sono il mio progetto.

• ph di Anna Ambrosi
"Il secondo piano in disuso di un bar a Bangkok che mi ha colpita per un’atmosfera che avrei associato a tutt’altra parte del mondo."

SDU: Quando hai capito che era il momento di realizzare il tuo sogno? 
R: Circa tre anni fa: mio padre era mancato all’improvviso qualche mese prima, per me era un momento molto buio. Ho sentito la necessità di andarmene per qualche giorno in un posto in cui potessi rimanere sola e riflettere, fare ordine e capire come riprendere in mano le cose. Cercando su internet ho trovato un monastero buddhista isolato sulle montagne del centro Italia, dove si può vivere qualche giorno ospiti dei monaci seguendo i loro ritmi e rispettando la regola del silenzio: lì per lì mi è sembrato il luogo ideale e sono partita. Certamente è stato un momento in cui ho dovuto fare i conti con me stessa e con quanto era accaduto, ma volevo che fosse soprattutto un’occasione per capire come costruire il mio futuro. È stato grazie a quei giorni che ho capito da dove volevo ripartire: la macchina fotografica era l’unica cosa che avessi portato con me. 

• ph di Anna Ambrosi
"Questa foto fa parte di un progetto che sto sviluppando sulle seconde vite (in conseguenza a lutti o separazioni in particolare)"


• ph di Anna Ambrosi
"Il mio primo matrimonio, a Verona. Con questa e altre 4 immagini ho ricevuto una menzione d’onore all’IPA 2012."

SDU: Sei stata più ostacolata o supportata in questa tua scelta?
R: Senz’altro supportata. Prima di tutto da mia madre, che mi ha sempre spinta a seguire i sentimenti più che la ragione, e poi da tutti i miei amici, che hanno sempre avuto piena fiducia nei miei progetti. 

• ph di Anna Ambrosi
"Da quando è morto mio padre mia madre ha cominciato a ballare il tango in modo più assiduo. Mi piace seguirla, ogni tanto, le balere sono luoghi pieni di storie che vorrei imparare a raccontare."
Lasciare un lavoro sicuro e ben pagato per cercare di realizzare un progetto personale è un a cosa che sulla carta è molto romantica, ma nella realtà si traduce in un percorso pieno di difficoltà e di momenti d’incertezza… è facile sentirsi soli e scoraggiarsi. Il sostegno delle persone che ami è preziosissimo e assolutamente non scontato, io sono stata fortunata. 

• ph di Anna Ambrosi 
"Questa immagine nasce da un difetto di una macchina analogica molto vecchio: lo slittamento del rullino non funziona bene, questo mi ha permesso di ottenere un’unica immagine da diversi fotogrammi sovrapposti. Mi piace perché somiglia molto ai miei ricordi delle estati passate con gli amici sul lago."
SDU: Il tuo approccio alla fotografia è molto contemporaneo e fresco. Hai uno stile che trova le sue radici nel reportage ma anche nel linguaggio fotografico dei “social”, chi o cosa sono le tue fonti di ispirazione?
R: Mi piace curiosare in ogni forma possibile di comunicazione visiva, continuo a sfogliare libri illustrati, curiosare nei blog, spulciare dipinti e vecchie foto nei mercatini… penso che le idee migliori siano quelle che si annidano in oggetti e vicende in cui non ti sogneresti mai di andare a cercarle. Mi piace mischiare i linguaggi e costruire nuovi percorsi. 

• ph di Anna Ambrosi
"Una stradina sul mare, scattata con iPhone."
Sono anche affascinata dall’iPhoneography: scattare buone foto con un cellulare è la dimostrazione che la determinante non è lo strumento, ma che lo sono invece l’occhio e il cuore del fotografo. Penso che questo sia anche un tema molto attuale nel mondo della fotografia: il digitale e direi anche il mobile hanno aumentato in modo incredibile l’offerta di immagini disponibili. Sono convinta che in un panorama del genere la qualità diventi un tema sempre più decisivo, a prescindere dallo strumento utilizzato.

• ph di Anna Ambrosi
"Milano, scattata con iPhone."


Vai alla seconda parte •


Potete continuare a scoprire il mondo di Anna qui sul suo sito, il suo blog, seguirla su Instagram, o sulla sua pagina Facebook.


Nessun commento:

Posta un commento